Quando a fine dicembre del 2009 ero venuto con Seba dalle parti del Mongioie l'idea di salire la Biancardi alla parete nord est era annegata in un oceano di neve farinosa che arrivava fin sopra alle orecchie e si era trasformata in una più mesta salita in vetta dalla normale, tanto per non perdere la giornata...
Peccato che lungo la normare siamo stati rapiti dagli alieni e teletrasportati in un universo parallelo, nel bel mezzo di una delle tempeste più tignose che abbia mai incontrato in montagna, con tanto di mano semicongelata: a me! L'omo con i tubi di flusso nelle dita!
'Sta volta di sicuro il freddo non lo abbiamo patito (nel locale invernale del rifugio lo scorso sabato notte abbiam dormito con le porte spalancate per non schiattar dal caldo!) anche se la nostra bella ravanata ce la siamo comunque sorbita: neve farinosa finita! In compenso grande abbondanza di una sorta di granita marciulenta dove nuotare a dorso, delfino, stile libero e rana...
Comunque sia la giornata è stata di quelle che rimangono impresse: con tutta quella neve la via è una sgambatona senza tanti ingaggi, ma erano secoli che non andavo a ficcarmi in un ambiente un po' selvatico e la nord est del Mongioie forse non sarà l'Eiger, ma di sicuro non si rischia di rimanere in coda!
Poi c'è stato l'ultimo pezzetto di cresta, in una luce degna di ben altre quote e con un ventone da amarcord di certe lontane giornate patagoniche...