lunedì 10 ottobre 2011

Interlaken hot summer

Ecco un po' di immagini della bella via salita la scorsa estate con Ale nella valle di Kandersteg. Purtroppo abbiamo scelto, per tornare in zona Interlaken, l'estate più calda dell'ultimo trentennio, ancora più hot della famigerata estate 2003, quando eravamo nella stassa zona con i Tubisoli.





sabato 6 agosto 2011

Sì, scalare, evitando le fessure più dure...

La Casa degli specchi: la placca chiama...
indovinate chi è il pirla che risponde?
Ormai capita anche questo.
Capita che è talmente tanto tempo che uno non se ne va in giro per più giorni a scalare, che, nei quarantacinque minuti che ha a disposizione per buttare in macchina tutto il necessario per il week-end in Valle dell'Orco, non gli passa nemmeno per l'anticamera del cervello che per dormire fuori ci potrebbe volere anche una tenda...

Oppure ha ragione il Giova: ero talmente rallato all'idea di farmi una ronfata sotto le stelle che la dimenticanza è stata tutt'altro che tale. Peccato che a separare me dall'algida notte c'era un sacco a pelo da confort -30, mentre il povero Giova dormiva (o almeno ci tentava) in un sacchetto modello Kuky Gelo, che l'ultima piuma l'aveva persa nella primavera del 2003...

La ralla per tutti e due non si è però rattrappita col gelo notturno e la mattina di sabato ci ha visto sfrecciare su e giù per la valle alla ricerca del primo bar aperto (possibile che fino alle 7.30 gli orchini se la dormano della grossa, senza pensare ai bisogni primari dei poveri alpinisti?).

Il mirino è stato puntato un po' per caso un po' per intuito e reminescenze di secoli or sono sulla torre Aimonin, oggi uno dei pochi luoghi in valle dove lo spit abbonda ed è più o meno tollerato. Merito (?) dell'onnipresente Motto che qui si è scatenato tirando su dritte lungo le placche diverse linee moderne, alcune davvero belle!

Noi, che siamo post moderni e gggggiovani alla moda, siamo finiti su una via classica degli anni ottanta (azzz, che paradosso!), insomma una via trad, come dicono quelli veri. Il nome è La Casa degli Specchi, gli apritori (mi pare) il solito Oviglia e il solito Caneparo, i tiri le solite ringhierate nei denti. A cominciare dal primo, non male come riscaldamento sia per la testa che per le braccine! Per finire con l'ultima fessura ad incastro di dita, troppo bella e troppo dura per non piazzarci almeno un doveroso volo con sbottonamento di friend... Grande Giova! Per fortuna che sotto c'era il mio nut Wild Country n° 5 che invece è un tipo riservato, che non si sbottona mai...

L'evento è stato naturalmente celebrato con adeguate libagioni e contorni alcoolici seguiti da un patetico tentativo di salita della fessura Kosterliz... anzi diversi patetici tentativi... Patetica è stata anche la mia performance del giorno successivo, quando, dopo aver trascinato il Giova fin sotto al Diedro Nancez, son partito da secondo dimenticando a terra lo zaino con le riserve idriche della giornata. No problem: il tiro successivo era abbastanza slozzo e melmoso da farci tornare a terra.

Visto un tiro del Caporal li hai visti tutti, quindi marcia indietro, e via verso il Cubo a fare il 5c+ + duro del mondo e a incrodarmi di nuovo su Bianca Parete... dimenticando che (mi pare fosse il paleozoico superiore) su quella fessuraccia mi ero già trovato ad implorare il Dio Cam (non è una bestemmia, è una divinità che gode di notevole venerazione fra i climber) perché facesse crescere di qualche misura i miei piccoli (troppo piccoli) amici...

venerdì 6 maggio 2011

Ul signur del ma de dinc

Roccia di gran qualità e bella linea,
Zahnwehhrrgott non delude
In Brianza lo chiamerebbero così, ma 'sti zenesi che parlano ostrogoto lo chiamano "Zahnwehherrgott" (io lo scrivo, voi provate a pronunciarlo, se ci riuscite!).

Il nome è un vero annodalingua, ma la via che il Donde e W1 hanno aperto al Pianarella fila via bella liscia e logica, con una sua linea e un suo senso assolutamente dignitoso, trovando spazi ancora non sfruttati su una parete dove ormai con una bracciata si rischia di moschettonare i fittoni di una decina di vie diverse...

Il tiro chiave: singolo tignoso
e poi un traverso da goduria
Bello il tiro di 7a (il traversino a sinistra ancora più del passo chiave). Bello il tiro che dopo il brutal-bombè sale un diedro dove forse c'è il vero obbligato della via. Bello e spettacolare l'ultimo, inatteso, traverso che supera gli strapiombi ed esce in goppa al Paretone.

Bella Giova, che mi è stato compare in questo piccolo trip finalese, speriamo ben augurante per qualche altro viaggione alpino...



Ultimo tiro: inatteso traverso
sotto gli strapiombi




giovedì 14 aprile 2011

Granita al Mongioie

Quando a fine dicembre del 2009 ero venuto con Seba dalle parti del Mongioie l'idea di salire la Biancardi alla parete nord est era annegata in un oceano di neve farinosa che arrivava fin sopra alle orecchie e si era trasformata in una più mesta salita in vetta dalla normale, tanto per non perdere la giornata...

Peccato che lungo la normare siamo stati rapiti dagli alieni e teletrasportati in un universo parallelo, nel bel mezzo di una delle tempeste più tignose che abbia mai incontrato in montagna, con tanto di mano semicongelata: a me! L'omo con i tubi di flusso nelle dita!

'Sta volta di sicuro il freddo non lo abbiamo patito (nel locale invernale del rifugio lo scorso sabato notte abbiam dormito con le porte spalancate per non schiattar dal caldo!) anche se la nostra bella ravanata ce la siamo comunque sorbita: neve farinosa finita! In compenso grande abbondanza di una sorta di granita marciulenta dove nuotare a dorso, delfino, stile libero e rana...

Comunque sia la giornata è stata di quelle che rimangono impresse: con tutta quella neve la via è una sgambatona senza tanti ingaggi, ma erano secoli che non andavo a ficcarmi in un ambiente un po' selvatico e la nord est del Mongioie forse non sarà l'Eiger, ma di sicuro non si rischia di rimanere in coda!

Poi c'è stato l'ultimo pezzetto di cresta, in una luce degna di ben altre quote e con un ventone da amarcord di certe lontane giornate patagoniche...

lunedì 7 febbraio 2011

Fallimentooooooo!

Dopo 2 settimane di iastinenza ghiacciatoria ieri sembrava essere arrivato il momento buono. Con Pier abbiamo deciso di salite il Cascatone delle Grandes Murailles, vicino a Cervinia.

La speranza era che, pur considerando l'esposizione a est, la quota e la struttura della cascata (non proprio stalattitica) ci consentissero di riuscire a combinare qualcosa, nonostante lo zero termico a quote decisamente estive.

Però è proprio vero che, come recita il detto, "chi vive sperando muore c@@@ndo"!

Prima di arrivare all'attacco (non proprio in ora antelucana...) eravamo già belli e cotti come due pollastri al forno e col primo tiro, avendo un po' di sciroppo Fabbri all'amarena, ci si sarebbe potuta fare una bella granitona dissetante!

Quindi doppione veloce e ABANDONAR!

Una cordata sopra di noi ha comunque completato la salita, ma non mi sentieri di dire che il flusso "è ancora in condizioni".

venerdì 4 febbraio 2011

Camminare nella neve

La foto è bellissima
ed è di Enrico Bottino
E basta con 'ste cascate e 'sta roccia!

Ecco un link-Doc per scoprire er mejo degli itinerari con le ciaspole in Liguria, Piemonte e Valle d'Aosta ed Emilia.




Il sito è www.trekkinginliguria.it e lo speciale da non perdere è
CAMMINARE NELLA NEVE.

PS: Questo post mi è stato estorto dal webmaster, editore, direttore, caporedattore, redattore, fotografo, cineoperatore, nonché segretario di redazione del suddetto sito, dietro la minaccia di gravi ritorsioni ;-))

domenica 30 gennaio 2011

Due cascate di inizio (???) stagione

Tama sul secondo tiro di Bonne Année
Parlare a fine gennaio di cascate d'inizio stagione qualche anno fa sarebbe stata una bestemmia, ma le cose cambiano e ora le alzatacce antelucane sono più per cambiare il patello a Giuseppino che per andare a spicozzare. Però un ruttino del mostrillo dà più soddisfazione di un tirone da 50 metri su ghiaccio verticale!

Deliri paterni a parte, questo strano inverno 2011, con sbalzi di temperatura e condizioni dei flussi, mi ha regalato già qualche bella salita. Nulla di stratosfeico sotto l'aspetto della difficoltà (anche perché le condizioni atletiche non sono proprio ottimali...), però di soddisfazione e gran bellezza.

Bella la cascata di Balma Fiorant, in Valle dell'Orco, molto "goullottica" e salita con il solito gruppo di tubisoli glaciali (Rava, Tama, Mauro e Giuseppe). Mi è piaciuta anche perché finalmente mi ha dato l'opportunità di soprire la valle in veste invernale, al di fuori dello stretto angolino della Falesia dei Mutanti, che è davvero una chicca... ma sempre falesia rimane e l'omo vero ha bbbiogno dell'alpinismo erotico!

Bonne Année in
Valle di Gressoney
Davvero gustosa anche Bonne Année, con un primo tiro non banale, molto di movimento, e una divertente variante di uscita nell'ultimo tiro, l'ungo la goullottina di destra. Inevitabile una volta scesi da lì (naturalmente cercando anche 'sta volta di sbagliare il sentiero!) un passaggio sulla vicina Chandelle Mireille, tanto per farsi una doccetta... Anche questa è una cascata Doc, pur se un po' troppo scalinata dai vari passaggi.

La giornata in Valle di Gressoney è stata anche l'occasione per sperimentare le ricetrasmittenti del Decathlone, che naturalmente abbiamo utilizzato con grande sobrietà e professionalità, nel pieno rispetto del bon ton dell'etere... Comunque riuscire a comunicare da sosta a sosta senza doversi sgolare non è poi una brutta cosa.

Per ora la lista finisce qui, ma oggi a Genova nevica e l'inverno sembra aver intenzione di durare ancora un poco... speremmu ben! Le piccozze sono ancora affamatissime e magari prima del disgelo si riuscirà a piazzare qualche salitella di quelle giuste...

SCHEDE ITINERARI:
- Cascata di Balma Fiorant
- Bonne Année
- Chandelle Mireille